domanda: cosa trattiamo oggi?
risposta: tratteremo la rottamazione dei ruoli e la prescrizione anche alla luce della sentenza della cassazione a sezioni unite che ha dato una svolta decisiva ad un contrasto giurisprudenziale che bloccava e rendeva rischioso, fin troppo, il ricorrere al contenzioso tributario.
domanda: diciamo di stretta attualità perché è argomento della settimana la proroga, vero?
risposta: settimana scorsa, il consiglio dei ministri ha approvato la proroga che sposta dal 31 marzo al 21 aprile il termine entro cui i debitori potranno presentare la domanda di rottamazione dei ruoli: in pratica, i contribuenti, in questo modo, avranno 21 giorni in più per rottamare le cartelle pagando senza sanzioni ed interessi di mora. ovvio che concessa la proroga al contribuente vuol dire concessa la proroga anche per equitalia che avrà tempo sino al 15 giugno, non più il 31 maggio, per liquidare le somme dovute a seguito di istanza di rottamazione. si perché si possono fare dei calcoli provvisori, come noi facciamo ai nostri clienti, ma la liquidazione definitiva viene fatta da equitalia proprio entro il termine del 15 giugno. ad oggi, pare si siano superate le 600k domande. sono gran tante.
domanda: cominciamo dall’inizio, ci spieghi cosa si intende per rottamazione dei ruoli?
risposta: con rottamazione delle cartelle, tecnicamente nota come ‘definizione agevolata’, i contribuenti hanno l’opportunità di estinguere il proprio debito con l’agente della riscossione, usufruendo di uno sconto sulle somme dovute.
in particolare, con la rottamazione si risparmiano: le sanzioni, gli interessi di mora e una parte dell’aggio di riscossione in proporzione alle sanzioni e agli interessi di mora risparmiati. la rottamazione può essere richiesta per i debiti che sono stati affidati all’agente della riscossione entro il 31 dicembre 2016, e il debito può avere come oggetto imposte e tasse come irpef, iva, bolli auto, tributi locali, (imu, ici, la tassa rifiuti e tutto quello che va pagato a comuni e regioni), le multe stradali, i contributi previdenziali dovuti all’inps e alle casse previdenziali.
domanda: quindi cosa deve fare il contribuente?
risposta: per decidere quali cartelle rottamare, il primo passo è richiedere all’agente della riscossione il proprio estratto di ruolo, portarlo al proprio professionista e valutare quelle più convenienti da rottamare. sì, perché non devono essere rottamate tutte si possono scegliere solo quelle più convenienti che sicuramente sono quelle da evasione fiscale che arrivano fino al 100% dell’imposta evasa e le cartelle molto vecchie che hanno, quindi, maturato tanti interessi di mora. nei fatti, poi, chi peggio si è comportato maggiormente viene favorito, nel senso che chi ha commesso l’irregolarità peggiore ed è stato giustamente maggiormente sanzionato oggi ha un beneficio maggiore perché può non pagare le sanzioni irrogate.
domanda: è necessario il professionista?
risposta: si può fare tutto da soli, onestamente, ma il consiglio è di andare dal vostro professionista o da un esperto di diritto tributario. perché? perché, appunto, quando sono molto vecchie, in genere dai 5 anni in su, è meglio che il vostro professionista valuti se sono prescritte o meno. perché se è vero che è meglio pagare meno che il tutto, è altrettanto vero che è meglio pagare niente piuttosto che pagare meno.
domanda: bene. quindi, dicevamo che le cartelle ed i ruoli sottostanti potrebbero essere prescritti. ci spiega cos’è la prescrizione?
risposta: la prescrizione, art.2934 e ss. c.c. è quell’istituto giuridico che porta all’estinzione di un diritto non esercitato dal titolare per un periodo di tempo indicato dalla legge. la ratio della norma è individuabile nell’esigenza di certezza dei rapporti giuridici. nel caso di specie si tratta del diritto di credito vantato dall’erario e riscosso da equitalia che se non viene esercitato per un determinato periodo di tempo si prescrive, pertanto, la pretesa diventa non inconsistente quando viene eccepita dal debitore la prescrizione.
domanda: prima ci parlava di una sentenza della corte di cassazione, ci può dire meglio?
risposta: ci si riferiva ad una sentenza della cassazione tributaria a sezioni unite che ha risolto un contrasto giurisprudenziale esistente. in sostanza, alcuni giudici decidevano in un verso ed altri nel senso opposto, pertanto, si è reso necessario l’intervento a sezioni unite. la sentenza 23397 del 17/11/2016 che ha sancito che la mancata opposizione all’atto dell’amministrazione non ha valore della sentenza passata in giudicato e, pertanto, nel caso in cui il tributo si prescriva in 5 anni, il termine prescrizionale non può essere riportato al termine ordinario decennale. in parole povere, come vi abbiamo sempre detto l’atto dell’amministrazione (cartella di pagamento o avviso di accertamento) deve essere opposto entro 60 gg dalla notifica. nel caso in cui il termine decorra senza proporre ricorso la pretesa insita nell’atto diventa intangibile (definitiva). alcuni giudici assimilavano la definitività dell’atto al passaggio in giudicato della sentenza (ovvero quando la parte esaurisce tutti i mezzi di impugnazione disponibili) e concedevano all’atto amministrativo definitivo termine decennale di prescrizione, proprio in virtù di tale assimilazione. la corte di cassazione ha stabilito, a sezioni unite, che l’atto pur se definitivo si prescrive nel termine proprio dell’imposta sottostante, per esempio i contributi inps si prescrivono in 5 anni, così come l’imu. sono di recente emanazione sentenze di merito che stabiliscono in 5 anni il termine di prescrizione anche delle imposte dirette e, quindi, si potrebbe approssimare che se avete cartelle la cui notifica è stata fatta oltre 5 anni fa sarebbe meglio che le faceste vedere all’esperto di diritto tributario perché potrebbe essere possibile non pagarle.
domanda: tutto abbastanza tecnico. io ho fatto fatica a seguirla, immagino anche i nostri telespettatori.
risposta: banalizzare cose difficili non è certo semplice. diciamo solo che, in alcuni casi, avete la possibilità oltre che di rottamare e quindi non pagare le sanzioni e gli interessi di mora anche quella di non pagare l’imposta o i contributi perché potrebbero essere prescritti, quindi, pur potendo agire da soli, andate dall’esperto.